Osservatorio sui processi di Sviluppo delle Democrazie Europee
L’Osservatorio sui processi di sviluppo delle democrazie europee (OSDE), costituito nel 2023, intende rispondere all’esigenza dei giuristi di orientarsi, confrontandosi in una prospettiva interdisciplinare con studiosi e operatori di varia formazione, tra i complessi e ondivaghi processi di trasformazione che i regimi democratici europei mostrano di subire ormai da alcuni decenni.
L’Europa divisa in due blocchi, sorta dal secondo conflitto mondiale, sembrava destinata a diventare, dopo gli eventi del 1989, un’unica entità, sostanzialmente omogenea e sostenuta dall’ampio percorso di integrazione sovranazionale che, iniziato negli anni Cinquanta, trovò nel Trattato di Maastricht del 1992 un momento di esaltazione tale da far credere opportuno l’avvio di un percorso rivolto alla creazione progressiva di un’unione monetaria intesa tuttavia non come esito, ma come motore di una successiva unione politica. Da questa assai ottimistica prospettiva nacquero certo vantaggi, ma anche problemi di cui oggi molti cittadini europei sentono il peso, in contesti nei quali le cicliche crisi economiche, accompagnate da emergenze globali di varia natura, rischiano di porre in discussione la stessa sopravvivenza dei modelli di democrazia pluralista, sempre più trasformati da crescenti spinte verso una società neoliberale percorsa da populismi e criptoautoritarismi già peraltro evidenti in quelle che sono ormai definite “democrazie illiberali”.
Ma proprio l’originaria (e perdurante) impostazione mercantile del processo di integrazione europeo e la natura ibrida (comunitaria da un lato, intergovernativa dall’altro) delle istituzioni in esso operanti rendono necessario riflettere ancora sul rapporto tra la configurazione tradizionale degli Stati nella loro dimensione nazionale e il tentativo di raggiungere quell’“unità nella diversità” che dovrebbe costituire uno degli obiettivi essenziali di un’Unione europea che sia realmente legittimata in senso democratico. Il tutto in un contesto geopolitico storicamente caratterizzato da persistenti pulsioni egemoniche e forti influenze esterne che rendono comunque tuttora ardua una gestione realmente indipendente delle scelte per un continente che, al di là di ogni retorica, è ancora culturalmente, linguisticamente e politicamente frammentato, nonché sovente percorso da malcelati quanto problematici contrasti interni.
Muovere ancora dalla dimensione statale e dalle prospettive nazionali per comprendere l’Europa è dunque tutt’altro che anacronistico: lungi dal voler avallare implausibili e regressivi sovranismi, ovvero opinabili nostalgie isolazioniste, l’Osservatorio, raccogliendo materiali, organizzando incontri di studio e realizzando pubblicazioni, vuole costituire piuttosto un luogo di informazione, analisi, riflessione e confronto tra studiosi di diversa estrazione e formazione sui problemi delle democrazie contemporanee. Ciò intende fare ponendo particolare attenzione alle criticità presenti nei Paesi a noi più vicini e in quelli geopoliticamente collegati, al fine di rendere più comprensibili i fenomeni in atto e valutare la sostenibilità, per tempi e modalità, dei processi sociali, economici e politici dell’integrazione europea.